L’architettura sostenibile progetta e costruisce edifici per limitare l’impatto ambientale, ponendosi come finalità progettuali l’efficienza energetica, il miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli abitanti, raggiungibili mediante l’integrazione nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate.
Progettare un’architettura sostenibile significa considerare elementi fondamentali del processo di progettazione tra cui l’orientamento, il soleggiamento e l’ombreggiamento prodotto dalle preesistenze, i fattori di ventilazione naturale, ma anche l’adozione di sistemi alimentati da biomasse, sistemi domotici di gestione, sistemi di sfruttamento e gestione dell’energia rinnovabile, tutto ciò realizzato e integrato con materiali studiati appositamente per interagire con l’ambiente e con le sue caratteristiche peculiari.
Alcuni dei principi su cui si basa la sostenibilità:
- l’esistenza di vincoli in un pianeta finito, ovvero il riconoscimento che esiste una carrying capacity del pianeta;
- la consapevolezza dei limiti agli usi e alle trasformazioni energetiche;
- l’accettazione delle ipotesi di Herman Daly, padre della teoria della sostenibilità:
- l’utilizzo delle risorse rinnovabili non deve superare il loro tasso di rigenerazione;
- l’immissione di sostanze inquinanti (solide, aeree o liquide) nell’ambiente non deve superare la capacità dell’ambiente stesso di metabolizzarle;
- l’uso di risorse non rinnovabili (es. i combustibili fossili) deve ridursi progressivamente fino ad arrestarsi per essere sostituto da risorse di tipo rinnovabili.
Lo scopo del costruire è il benessere degli abitanti, inteso come uno stato psicofisico cui concorre la salute dell’individuo, l’equilibrio socioeconomico e la cura dell’ambiente. In questa visione l’edificio non è un oggetto a sé stante, slegato dal contesto, ma parte di un sistema interattivo e dinamico che considera gli elementi naturali (terra, acqua, vento, sole, vegetazione) e sociali (identità e appartenenza ai luoghi) come materiali fondamentali del progetto.
Per una corretta “progettazione energetica” occorre considerare quattro fattori:
- l’approccio bioclimatico (orientamento, soleggiamento e ombreggiamento, ventilazione naturale);
- la coibentazione dell’involucro edilizio (riduzione del fabbisogno energetico per riscaldare e raffreddare i locali abitati);
- il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili (biomasse, geotermia, fotovoltaico, solare termico, micro eolico);
- l’efficienza degli impianti (riduzione dei consumi a parità di prestazione).
Riciclo e riuso sono principi fondamentali nella pratica della sostenibilità, riferiti sia al singolo materiale che all’intero manufatto. Per tale motivo l’architettura sostenibile privilegia i sistemi di costruzione “a secco”, o l’uso di elementi modulari, perché sono facilmente smontabili e riusabili. In base allo stesso principio, si cerca di privilegiare il riuso di materiali e il riuso delle strutture e degli edifici, evitando il consumo di suolo e di materie prime.
Si dovrebbero costruire edifici scomponibili con elementi e materiali che possano essere facilmente recuperati, riutilizzati e smaltiti senza provocare ulteriori inquinamenti con un riciclaggio integrale o globale. Elementi moderni composti da strati diversi di materiali chimici incollati insieme pongono il serio problema della separazione prima del riciclo. La stessa demolizione del cemento armato richiede un immenso dispendio di energia. Progettare quindi edifici scomponibili e adattabili a nuovi usi diventa oggi una prerogativa che però ancora in pochi adottano.
I materiali possono avere una vita e una funzione differente e magari anche migliore da quella per cui erano stati concepiti. Occorre prendere in considerazione l’aspetto del riuso e del riciclaggio dei materiali già al momento della progettazione di un edificio ex novo e, nel caso di demolizioni, elaborare un concetto di recupero che garantisce e faciliti il riuso e il riciclaggio di vari elementi.
Fare architettura sostenibile significa saper costruire e gestire un’edilizia in grado di soddisfare al meglio i bisogni e le richieste dei committenti, tenendo conto già dalla fase embrionale del progetto i ritmi e le risorse naturali, senza arrecare danno o disagio agli altri e all’ambiente, cercando di inserirsi armoniosamente nel contesto, pensando quindi anche ad un riuso totale dello spazio e dei materiali.
Il semplice uso dei pannelli solari non rende un edificio sostenibile; lo rende più sostenibile dal punto di vista energetico, ma la sostenibilità si considera nel complesso delle sue parti che coinvolgono processi sia sociali che economici.